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CHIAVE DI VIOLINO E CHIAVE DI BASSO

Aggiornamento: 21 ago

La musica è un linguaggio e le note sono come sillabe. Il pentagramma è lo spazio grafico in cui si distribuiscono queste “sillabe”: conoscerlo ci permette di leggere e riprodurre correttamente la musica.


Tuttavia, non tutti i pentagrammi sono uguali: cambiano a seconda della chiave, che ci indica come leggere le note e quali tasti premere sullo strumento per dare vita alla musica. Ad esempio, la chiave di basso e la chiave di violino offrono due modi diversi di leggere le note. La stessa linea sul pentagramma può avere un suono diverso a seconda della chiave.


Nello studio del pianoforte incontriamo principalmente due chiavi:


CHIAVE DI VIOLINO/CHIAVE DI SOL

(SPESSO ASSOCIATTA ALLA MANO DESTRA)

CHIAVE DI VIOLINO/CHIAVE DI SOL

(SPESSO ASSOCIATTA ALLA MANO DESTRA)



CHIAVE DI BASSO/CHIAVE DI FA

(SPESSO ASSOCIATA ALLA MANO SINISTRA)

CHIAVE DI BASSO/CHIAVE DI FA

(SPESSO ASSOCIATA ALLA MANO SINISTRA)



La chiave di violino, scritta sul pentagramma superiore, indica spesso le note più acute ed è suonata con la mano destra.


La chiave di basso, scritta sul pentagramma inferiore, di solito rappresenta le note più gravi ed è suonata con la mano sinistra.


Naturalmente, questa divisione non è rigida: le due mani si muovono liberamente, soprattutto nelle zone intorno al Do centrale, che funge da punto d'incontro tra le due chiavi.


DO CENTRALE

Il Do centrale, in questo sistema, non è semplicemente una nota, ma diventa un vero e proprio punto di riferimento che aiuta il musicista a orientarsi nella strumentazione.

NOTE DELLA CHIAVE DI VIOLINO E CHIAVE DI BASSO

Una curiosità storica interessante riguarda proprio l’evoluzione di questi simboli. Non esiste un anno esatto in cui siano state “inventate” le chiavi, ma il loro aspetto si è definito gradualmente nel corso dei secoli. La forma che oggi riconosciamo come chiave di violino cominciò a delinearsi nel XII secolo, in un periodo in cui la notazione musicale europea stava subendo grandi trasformazioni. Per quanto riguarda la chiave di basso, i suoi tratti si sono consolidati nel Rinascimento, intorno al 1400, quando la musica polifonica si espandeva e si affinava sempre più nella precisione della scrittura. La storia di questi segni ci mostra come la tradizione e il bisogno pratico abbiano lavorato insieme per creare un sistema di notazione tanto flessibile quanto duraturo, ancora oggi al centro della pratica pianistica.


Un dettaglio interessante: oltre alle chiavi di violino e basso, esiste anche la chiave di do, usata in contesti specifici come la musica corale o orchestrale, per rappresentare registri intermedi con maggiore chiarezza.



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