SCALA MINORE NATURALE
- Elia Grassi
- 24 ago
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 ago
Un altro modo di dividere l'ottava in sette parti è quello di utilizzare gli stessi intervalli della scala maggiore ma di abbassare la terza, la sesta e la settima di un semitono. Si ottiene così la scala minore naturale, o modo eolio. Questi tre intervalli che la differiscono dalla scala maggiore, le danno un carattere più misterioso e malinconico, specialmente la terza minore e la sesta minore.

RELATIVA MINORE
La scala minore naturale è anche chiamata relativa minore della scala maggiore. Questo perché se mantengo le stesse identiche note della scala maggiore ma pongo come fondamentale la sesta nota, ottengo una scala minore naturale. Ad esempio con le stesse note della scala di DO maggiore, considero la nota LA come fondamentale e costruisco la scala minore naturale di LA.

RELATIVA MAGGIORE
Anche il processo inverso funziona e se prendo le note della scala minore naturale e parto a contare dalla terza, ottengo la scala maggiore. In questo caso si parla di relativa maggiore. LA è la relativa minore di DO e DO è la relativa maggiore di LA, entrambe le fondamentali condividono lo stesso set di note e quando usiamo queste note entrambe diventano forti centri di attrazione.
Sebbene con la scala maggiore fosse indispensabile pensare ai semitoni in assenza di riferimenti precedenti, ora per trovare una scala minore naturale, invece di contare i semitoni, possiamo direttamente usare le note della scala maggiore corrispondente ma partendo dalla sesta.
SCALA MAGGIORE DI DO(REL. MAG DI LA) | RELATIVA MINORE DI DO(REL. MIN DI DO) | SCALA MAGGIORE DI SOL(REL. MAG DI MI) | SCALA MINORE DI MI (REL. MIN DI SOL) |
DO | LA | SOL | MI |
RE | SI | LA | FA# |
MI | DO | SI | SOL |
FA | RE | DO | LA |
SOL | MI | RE | SI |
LA | FA | MI | DO |
SI | SOL | FA# | RE |
DO | LA | SOL | MI |
Se però non abbiamo ancora confidenza con le scale maggiori, possiamo costruire una scala minore partendo da una nota qualunque e misurare i semitoni che compongono questa scala, partendo dalla fondamentale.
LA | MI | SI | |
+2 (SEMITONI) | SI | FA# | DO# |
+3 | DO | SOL | RE |
+5 | RE | LA | MI |
+7 | MI | SI | FA# |
+8 | FA | DO | SOL |
+10 | SOL | RE | LA |
+12 | LA | MI | SI |
Come per la scala maggiore, le sette parti in cui è divisa l'ottava non sono uguali. Fra una nota e l'altra abbiamo quasi sempre la distanza di due semitoni ma fra la seconda e la terza nota, e fra la quinta e la sesta, il passo è più stretto e misura soltanto un semitono.
DISTANZA FRA LE NOTE
Un altro metodo pratico per ricavare le note della scala maggiore è calcolare la distanza in semitoni fra una nota. Considerando che non tutte le distanze sono uguali, bisogna imparare questo pattern, dove T sta per tono, ovvero l'unità di misura che comprende due semitoni.
T=tono S=semitono
T - S - T - T - S - T - T

RELATIVA E PARALLELA
Tutti questi stratagemmi come contare i semitoni dalla fondamentale o i semitoni fra una nota e l'altra della scala, erano più efficaci con la scala maggiore. Ora con la scala minore possiamo rendere le cose più semplici e, come suggerito nell'introduzione a questo capitolo, è sufficiente pensare ad una scala maggiore e poi abbassare la terza, la sesta e la settima per ottenere la scala minore naturale. La scala minore naturale che parte dalla stessa nota su cui abbiamo costruito la scala maggiore, si chiama scala minore parallela. Ad esempio, la scala minore relativa di DO maggiore è LA minore, la scala minore parallela di DO maggiore è DO minore. La scala minore parallela è più veritiera e ci aiuta a capire di più l'essenza degli intervalli minori perché mantiene come fondamentale la stessa nota, lo stesso centro di attrazione. Ciononostante conoscere la relativa maggiore e minore ci aiuta a creare degli effetti particolari in fase di composizione, spostando il centro d'attrazione da una nota all'altra senza cambiare i set di note. Non è raro passare da una scala maggiore alla relativa minore e viceversa all'interno dello stesso brano per creare varietà senza stravolgimenti.
LA PROSPETTIVA SCIENTIFICA
Come per la scala maggiore quello che realmente caratterizza una determinata scala è il rapporto fra la frequenza delle note che la compongono e la frequenza della nota fondamentale. La frequenza dell'ottava vale esattamente il doppio della frequenza della fondamentale; la frequenza della quinta nota della scala vale 3/2 della frequenza della fondamentale e così via:
Nome | Rapporto armonico | Frequenza (Do = 261,63 Hz) |
Do (tonica) | 1/1 | 261,63 Hz |
Re | 9/8 | 294,33 Hz |
Mib | 6/5 | 313,96 Hz |
Fa | 4/3 | 348,84 Hz |
Sol | 3/2 | 392,45 Hz |
Lab | 8/5 | 418,61 Hz |
Sib | 9/5 (16/9) | 470,93 Hz |
Do | 2/1 | 523,26 Hz |
Tuttavia per la scala minore si può fare qualche ulteriore considerazione: entrambe le scale hanno rapporti semplici, il che dimostra come mai siano percepite come scale che hanno un forte grado di attrazione. La scala minore però ha per di più denominatori dispari e il 5 è un numero ricorrente. Sebbene possano sembrare dettagli, una visione più approfondita può dimostrare come dietro questi rapporti si nasconda il carattere malinconico di questa scala.
SUBARMONICI
Il concetto di subarmonico non è totalmente riconosciuto come fenomeno fisico ma a partire dal fatto che la serie di subarmonici ci restituisce qualcosa di molto simile ad una scala minore, non possono essere trascurati. Ha senso parlare di subarmonici e cercare lì un po' dell'origine psicoacustica della scala minore, specie se al di là della fisica pura e semplice, consideriamo anche come il nostro cervello elabora certi fenomeni, "un albero che cade nel bosco, lontano da noi, fa davvero rumore?".
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